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La lingua italiana: una lingua giovane dalla lunga storia
Le origini della lingua italiana
Tra il 3000 a.c. e il 1000 avanti Cristo arrivarono dall’Europa centro-orientale popolazioni di origine indo-europea che si mescolarono ai popoli mediterranei, compresi quelli che abitavano la penisola italica (etruschi, liguri, sardi, ecc.). Alcune di esse si stabilirono nel Lazio e fondarono Roma.
Il Latino e la nascita delle lingue neolatine
Le persone di quella popolazione si chiamavano Latini e mescolando parole mediterranee e indoeuropee dettero origine al latino. Quando gli antichi Romani conquistarono i territori della penisola, la loro lingua si mescolò con le lingue preesistenti. Il latino influenzò anche altre lingue parlate da popolazioni europee dando origine a nuove lingue neolatine (spagnolo, francese, portoghese, e romeno).
Con il crollo dell’Impero Romano, mentre a Roma si continuava a parlare il latino come lingua colta, in altre zone d’Italia si svilupparono le lingue volgari parlate dal popolo. Alla fine del primo millennio la posizione centrale della Toscana rispetto alla penisola italiana privilegiò gli scambi commerciali tra Roma e il resto dell’Europa, soprattutto Firenze diventò un punto di scambi sempre più importante.
I grandi scrittori toscani del Medioevo
Con lo sviluppo economico di Firenze crebbe anche la cultura che generò scrittori toscani come Dante, Petrarca e Boccaccio. Essi scrissero in volgare fiorentino opere così belle e importanti che si diffusero in fretta e diventarono famosissime in tutta Italia a tal punto da diventare un riferimento per tutti gli altri scrittori nati nei secoli successivi.
Il volgare fiorentino come lingua colta
Un contributo alla crescita del volgare fiorentino è dato anche dal fatto che venne usato, al posto del latino, anche dai grandi scienziati e artisti toscani (Leonardo da Vinci, Galileo Galilei, Michelangelo, Botticelli, Machiavelli, ecc.). Nelle altre regioni d’Italia, a causa della bassa alfabetizzazione, si continuavano a parlare i dialetti volgari.
Il Fiorentino si diffonde in Italia
A metà del 1800, quando l’Italia era terra di conquista contesa da francesi, spagnoli e austriaci, crebbe la volontà degli italiani di liberarsi dagli invasori e diventare patria indipendente. Molti scrittori decisero a tal proposito di utilizzare il fiorentino come lingua unica nazionale per scrivere le loro opere.
La lingua italiana e l’unità d’Italia
Il più importante fu lo scrittore milanese Alessandro Manzoni con la sua opera più importante: I promessi sposi. Fu il principale contributo alla causa del Risorgimento che portò all’unificazione delle regioni italiane in un unico stato indipendente con l’unità d’Italia nel 1861.
La lingua italiana e i dialetti
Mentre in tutta Italia l’italiano diventava l’unica lingua colta scritta e parlata, a causa della povertà i volgari regionali generavano una seconda lingua parlata: il dialetto, differente in ogni regione d’Italia, più marcato nelle regioni meridionali e settentrionali.
La lingua italiana parlata da tutti gli italiani
Con la fine della seconda guerra mondiale, grazie anche alla forte crescita economica degli anni 50-60 e alla forte volontà politica di alfabetizzare il popolo italiano, tutti gli italiani poterono andare a scuola e riuscire a comunicare in un’unica lingua scritta e parlata: la lingua italiana.