Maria José del Belgio
Maria José Carlotta Sofia Amelia Enrichetta Gabriella di Sassonia Coburgo-Gotha, moglie di Umberto II di Savoia, fu l’ultima Regina consorte d’Italia prima della proclamazione della Repubblica, il 2 giugno 1946.
La futura Regnante d’Italia, comunemente nota come Maria José del Belgio, nacque a Ostenda, il 4 agosto del 1906. Crebbe in un ambiente intriso di cultura grazie ai vari interessi dei genitori. Il padre, Alberto I di Sassonia, re del Belgio, e la madre, Elisabetta Gabriella Duchessa di Baviera, amavano ospitare nella loro residenza scrittori, musicisti e uomini di cultura, a volte in compagnia di sportivi. In questo ambiente familiare aperto e moderno, la giovane Maria José sviluppò interesse per la musica studiando pianoforte e violino, incrementando, inoltre, le sue doti sportive. Grazie all’aiuto del padre apprese la cultura sia classica sia quella contemporanea. La giovane fu educata a un matrimonio reale, destinandola fin da piccola a sposare Umberto II di Savoia, figlio di Vittorio Emanuele III e di Elena di Montenegro. Studiò a Firenze, nel collegio della Santissima Annunziata, dove apprese la lingua italiana. I suoi studi proseguirono poi in Belgio e in Inghilterra. Il matrimonio con Umberto di Savoia avvenne a Roma, in una cappella del Quirinale nel 1930.
I rapporti tra Maria José e i membri di Casa Savoia si rivelarono fin da subito complicati, l’educazione in un ambiente aperto e moderno ricevuto in giovinezza entrò in contrasto con il rigore della Monarchia italiana. L’educazione ricevuta dal giovane Umberto e l’etichetta di corte contribuirono alle complicazioni di un matrimonio che si rivelò difficile dall’inizio. Nel periodo Torinese della coppia, la Principessa preferì sottrarsi alle frequentazioni con la nobiltà e alle amicizie del marito, ritagliandosi spazi personali. Anche a Roma, nello stesso Quirinale, la futura Regina ospitò nelle sue stanze filosofi, intellettuali, scrittori e musicisti.
Un lungo momento felice della coppia fu sicuramente il periodo trascorso a Napoli, nella villa Rosebery, sulla splendente scogliera di Posillipo, dove si trasferirono nel 1933.
In quegli anni, complice il romantico golfo della città partenopea, il cratere del Vesuvio e la simpatia dei napoletani, la loro vita fu allietata dalla nascita dei primi tre figli; Maria Pia nel 1934; Vittorio Emanuele nel 1937 e Maria Gabriella, nel 1940. Allo scoppio della seconda guerra mondiale la famiglia si trasferì di nuovo a Roma, dove, nel 1943 nacque Maria Beatrice. Maria José disse in seguito di aver amato Capri, Napoli, i cittadini partenopei e di conservarne un bellissimo ricordo. Molto tempo dopo, nell'inverno 1954-55, Maria José compì un viaggio in India. Il velivolo su cui era imbarcata sorvolò il Golfo di Napoli e la Regina, attraverso l’oblò, rivide il golfo di Napoli e lo scintillio del sole sull’acqua azzurra del mare, il paesaggio che aveva amato tanto, si voltò verso la persona che l’accompagnava e disse con fare ingenuo: “Perché non mi permettono di ritornarci? Non darei fastidio a nessuno, non farei nessuna propaganda. Sono i luoghi che amo…”.
Una volta nella capitale la futura coppia Reale si trovò di nuovo al cospetto della realtà fascista. Il regime fu accolto da Maria José con contrarietà e, nel corso degli anni, la sudditanza dell’Italia dal regime hitleriano, la guerra d’Etiopia, il trattato e la promulgazioni delle leggi razziali, i sentimenti di ostilità con quella tragica avventura ebbero il sopravvento1. Anche il Principe Umberto non sembrava incline ad accettare la vicenda fascista. Secondo alcune fonti diplomatiche inglesi mai confermate, Maria José, Rodolfo Graziani e il capo della polizia Arturo Bocchini, s’incontrarono per tentare un colpo di Stato2. Secondo altre fonti, la Principessa di Piemonte, cercò di distinguere la sua posizione da quella di Casa Savoia. Lei stessa avrebbe raccontato di aver supplicato più volte Italo Balbo e Amedeo d’Aosta di dissuadere Mussolini dall’entrare in guerra, ma di essere poi stata redarguita da suo suocero, il Re Vittorio Emanuele III.
Dopo l’8 settembre, data dell’armistizio di Cassibile, Maria José riparò in Svizzera con i figli per timore di rappresaglie dei tedeschi e da qui aiutò la resistenza in Italia, divenendo un punto di riferimento per gli antifascisti. Luigi Einaudi uscì da un campo di concentramento grazie anche a un suo interessamento.
Finita la guerra, Re Umberto II di Savoia e la Regina Maria José sedettero sul trono d’Italia il 9 maggio 1946 per venticinque giorni. La Monarca guadagnò così il soprannome di Regina di Maggio per la breve durata del suo Regno. Il 5 giugno fu informata dal Re Umberto che l’Italia era ormai una Repubblica. La Regina non manifestò alcuna reazione perché era già rassegnata alla previsione che la Monarchia avrebbe perso il referendum. A questi fatti segui l’esilio per la casa reale di Savoia. Il Re e la Regina si trasferirono a Cascais, in Portogallo, dove presero possesso di Villa Italia. La loro unione era già in crisi da diverso tempo e la coppia Reale si separò quasi subito. Maria José si trasferì in Svizzera, a Merlinge, mentre Re Umberto rimase a Cascais.
In quegli anni Maria José viaggiò molto visitando la Cina, l’India, l’Unione Sovietica, Cuba e gli Stati Uniti. Si dedicò alla scrittura. Pubblicò studi storici su Casa Savoia e sulla cultura musicale. Tra i tanti premi ricevuti per il suo lavoro di scrittrice spicca la Legion d’Onore della Repubblica francese. Dopo la morte del marito, avvenuta nel 1983, ebbe il permesso di rientrare in Italia, ma lo fece solo nel 1987. In quarantuno anni di esilio l’ultima Regina d’Italia visse in solitudine e separata dal marito. Morì il 27 gennaio del 2001 a Ginevra.
La Regina di Maggio, nonostante la lunga separazione, lasciò scritto di essere sepolta nell’Abazia di Altacomba accanto al marito Re Umberto II, segno di un profondo legame, nonostante tutto, mai sciolto.
P.S.
Il re Leopoldo III del Belgio era il fratello maggiore di Marie José. Fu re dei belgi dal 1934 al 1951. Il 4 novembre 1926, Leopoldo III sposò la principessa Astrid di Svezia (17 novembre 1905 a Stoccolma, † 29 agosto 1935 vicino a Küssnacht am Rigi) a Stoccolma, la figlia più giovane del principe Carlo di Svezia e della principessa Ingeborg di Danimarca. Per matrimonio con Leopoldo III. La principessa Astrid di Svezia era la regina dei belgi. Il 29 agosto 1935, il re Leopoldo III perse il controllo della sua auto su una strada vicino a Küssnacht am Rigi, sulle rive del Lago dei Quattro Cantoni, e cadde dal ripido terrapieno. La regina è stata sbalzata fuori dall'auto e in un albero nell'incidente. Morì tra le braccia del re per un grave trauma cranico. Il giorno dell'incidente, la bara contenente la regina è stata trasportata in Belgio in treno.
Il re Leopoldo III del Belgio e la principessa Astrid di Svezia (†30)